lunedì 1 giugno 2015

IL RAGNO E LA FARFALLA

IL RAGNO E LA FARFALLA C’era una volta un bellissimo bosco, pieno di alberi, fiori ed animali. Le vette dei pini sfioravano quasi le nuvole e le fragoline e i lamponi profumavano l’aria che sapeva di muschio e foglie bagnate. Di tutti gli abitanti del bosco, il ragno era la personalità più famosa. Le tele che costruiva con la sua delicata seta erano dei veri capolavori! Un merletto di fili, fitti e intricati come un prezioso broccato, decoravano i rami e gli arbusti e la rugiada dell’alba vi si posava lieve, come collana di perle sui fili d’argento. Ogni animale che passava davanti alle bellissime opere del ragno, si fermava a bocca aperta ad ammirarle. La nomea dell’artista arrivò fino alla farfalla variopinta, star del bosco accanto. Cervi e conigli gli riferirono della bravura del aracnide, così indispettita e gelosa, la farfalla volò fino al ragno per sfidarlo: “ Brutta bestia pelosa-lo apostrofò rabbiosa- ti vanti di essere il più bravo di tutti con la seta, e con i disegni e i tratteggi. Ma le mie ali sono molto più belle e colorate di ogni tela che hai mai fatto!” E così detto, gli volteggiò vicino, facendogli ammirare gli arabeschi che ornavano le bellissime ali. Il ragno ammirò i colori e i disegni e poi disse: “ E’ vero…hai delle ali molto belle…ma ti sfido. L’anno prossimo farò una tela così particolare ed unica che batterà i colori e i disegni delle nuove ali che avrai.” La farfalla sghignazzò: “E sia! Accetto la sfida!” Si allontanò leggiadra sicura di vincere. Passò un anno, e la farfalla con un bellissimo paio di ali nuove, blu e rosse, tornò al bosco, cercando le magnifiche tele del ragno. Ma per quanto volasse e andasse avanti e indietro, non trovò né il ragno né i suoi capolavori. Passarono diverse ore e la farfalla, iniziò a stancarsi di cercare. A un certo momento, mentre scrutava in alto alcuni rami di un abete, non si accorse di pochi fili di seta e andò a sbattergli contro, naturalmente rimanendogli impigliata. Furente e spaventata, cercava di liberarsi ma più si agitava più i fili si attorcigliavano intorno alle ali. La farfalla gridava ed imprecava, quando calmo e serafico, scese il ragno appeso ad un filo di seta. “Ragnaccio schifoso-urlava la farfalla- liberami subito! Sei così vigliacco da non volere gareggiare con me! Guarda le mie splendide ali! Sono molto più belle di questa piccola e misera tela. Hai perso la gara, insetto ripugnante…perché solo questo sei! Un disgustoso insetto ripugnante!” Il ragno sghignazzava, con l’acquolina in bocca: “ Cara farfalla…tu hai perso! Ti sei vantato della tua bellezza di cui non hai merito, mentre io sono l’artefice delle mie meravigliose tele. Ne ho fatto una piccola e semplice poiché ero sicuro che non l’avresti nemmeno notata. Ma ci sei finito dentro. Coloro che si vantano senza merito, orgogliosi di ciò che sono e di ciò che hanno, non si accorgono della bellezza dell’operato altrui, anche quando ci sbattono il muso. E di solito non hanno un lieto fine.” E subito dopo, con un solo boccone, divorò la farfalla, gustandosi le ali come un dessert.

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