domenica 15 novembre 2020

L'ETERNO INDECISO

Di tutti gli elfi del bosco, Osvaldo era il più strano. Oltre ad essere pigro e svogliato, la strana creatura era eternamente indecisa. Per giorni e giorni si gingillava dubbioso fra portare il vento autunnale fra i rami del querceto o ingiallire le foglie delle viti, l’elfo si perdeva in mille congetture e problemi senza mai concludere niente. “E se il vento che richiamo è troppo forte?- Si chiedeva titubante- o se il giallo delle foglie risultasse troppo spento e opaco?’ Si domandava ancor più angustiato. Così seduto su un sasso si perdeva in mille dubbi e supposizioni, mentre gli altri elfi del bosco protestavano perché la stagione si era fermata. Ogni mattina, Gervasio, il capo-elfo gli chiedeva, torvo e preoccupato: “ Allora Osvaldo…hai già sparso la rugiada sull’erba?” E come spesso accadeva, l’elfo indeciso e pigro, balzava in piedi, sgomento e si precipitava sui prati, dove le perle lucenti di brina, venivano effuse disordinatamente e senza grazia. La comunità dei suoi pari non ne poteva più. I lavori venivano fatti in ritardo, in fretta e con mille difetti. Osvaldo riceveva mille rimproveri, sia dai suoi genitori che dai suoi fratelli ma soprattutto dai responsabili del settore. Tutti si chiedevano la ragione del suo comportamento. Bisognava mettergli accanto una compagna che lo aiutasse e lo esortasse a svolgere bene le sue mansioni. Qualcuno che lo guidasse, con dolcezza ma anche con fermezza. Così i genitori e Gervasio, il capo-elfo, si riunirono in una fredda notte nevosa, all’interno di un tronco di albero per decidere chi proporre alla sua attenzione. Una graziosa e simpatica elfa che gli fosse di aiuto e sostegno. Delle tante candidate che furono chiamate, accettarono la proposta di matrimonio due fanciulle. Primula, la più ricca elfa del bosco, la cui famiglia possedeva centinaia di alberi da frutto, ruscelli e interi cespugli di more, tantissime case e servitori ed era una creatura intelligente e arguta, ma purtroppo non molto attraente… Mirtilla invece, era povera e un po’ stupida, ma possedeva fascino e bellezza. Osvaldo, appena i genitori gli comunicarono la notizia che doveva prendere moglie, cadde in una profonda prostrazione…La decisione di sposarsi lo solleticava parecchio, ma chi scegliere fra le due candidate? Entrambe avevano sia aspetti positivi che negativi. Per un elfo, cosa doveva contare di più…la ricchezza o la bellezza? E cos’era peggio…la bruttezza o la stupidità? Per settimane, indeciso, passava le notti fra mille dubbi e perplessità e la mattina, esitante, Osvaldo chiedeva ai genitori e a Gervasio, più tempo per riflettere. La scelta fra le due future spose doveva essere ponderata e convinta e il tempo passava. Primula e Mirtilla però iniziarono ad agitarsi, a litigare fra loro e nel bosco crebbe la tensione e il malcontento. L’inverno trascorse triste e melanconico. Il lavoro degli elfi ne risentì. La stagione della primavera non era pronta. Il profumo e il colore dei fiori non era pertinente…le foglioline appena nate non erano abbastanza morbide…la neve era ancora ghiacciata. Fra i tronchi e i cespugli del bosco, risuonava l’eco delle discussioni di Primula e Mirtilla, i rimproveri dei genitori di Osvaldo e i rimbrotti di Gervasio per il mancato lavoro dell’elfo indeciso. Alla fine, tutti stufi ed esasperati per questa situazione, decisero di lasciare cuocere Osvaldo nel proprio brodo, disinteressandosi di lui e dei suoi problemi. Primula e Mirtilla convolarono a nozze con altri due elfi, più decisi e intraprendenti e Gervasio affidò al titubante folletto, solo compiti noiosi e monotoni, sicché l’eterno indeciso passò il resto della sua vita, scontento e insoddisfatto.