mercoledì 27 gennaio 2016

IL REBUS PIU' DIFFICILE

IL REBUS PIU’ DIFFICILE C’era una volta, in un regno lontano, uno scienziato famosissimo. Nel corso della sua lunga vita aveva risolto tanti quesiti matematici, esperto di Astronomia, Biologia e Botanica, il nostro pianeta aveva ormai ben pochi misteri per lui. Per tutta la vita aveva solo studiato, sperimentato e fatto conoscere il suo eccelso lavoro. L’imperatore di quel regno lo teneva in grande considerazione e aveva preteso che vivesse nel suo grande castello. Così “Mallius il Grande”, “Mallius il Supremo”, “Mallius il Magnifico”, era osannato e ammirato come un Dio. Ormai anziano, parlava così tante lingue che ne aveva perso il conto. Aveva pubblicato migliaia di libri e milioni di persone, da ogni parte del mondo, erano andati ad omaggiarlo. Ma ahimè, la superbia dello scienziato era andata aumentando con la sua meravigliosa cultura. Capriccioso e viziato, Mallius amava l’adulazione e l’elogio, ma nella sua lunga vita, non aveva mai amato. Era solo un ragazzo quando si era staccato dalla famiglia, non interessandosi più della sorte dei suoi genitori e dei suoi fratelli. I suoi studi e le conquiste scientifiche gli avevano fatto accumulare enormi ricchezze che teneva gelosamente nascoste nei forzieri e nei depositi sotterranei ma non aveva mai fatto una carezza ad un bimbo né fatto l’elemosina ad un povero. Il suo cuore era un diamante, prezioso ma freddo e duro. L’imperatore di quel regno desiderava sempre vederlo, parlare con lui e imparare almeno qualcosa dell’oceanica cultura di Mallius che, un po’ seccato, si prestava a tal servizio, sapendo come era preziosa l’amicizia con il signore di quel regno. Ma gli anni erano passati, tutti i premi di scienza, vinti, migliaia di riconoscimenti ottenuti ma lo scienziato si accorse che qualcosa gli mancava. Si alzava la mattina con una piega amara sulla bocca che non aveva mai avuto. Cosa mai era quella sensazione? Erano diverse settimane che quello strano languore lo perseguitava. “ Per tutti i Numi!-pensava-perché mi sento così? Soldi…successo scientifico…potere…insomma ho tutto! Ma non sono più felice! Cosa mai mi sta succedendo?” La smisurata intelligenza di Mallius non riusciva a risolvere il mistero. Per lui i calcoli astronomici erano operazioni elementari ma non era in grado di dare un nome a ciò che ormai da mesi lo tormentava. Chiamò il più grande medico del regno per essere visitato:” Eccelso –chiese il dottore- le duole qualche parte del suo corpo?” Mallius imbronciato gli rispose:” No. Fisicamente sto bene…ma da vari mesi ho qualcosa dentro che mi fa star male. E non so cosa sia. Nemmeno i miei studi mi danno più soddisfazione! Non scrivo più libri e non mi dedico più alla ricerca! Mi sembra che niente mi interessi più. E poi, quando mi sveglio la mattina, mi sento così…così…fiacco. Apatico!” Il luminare gli fece tante domande, sperando di capire il motivo del malessere dello scienziato, ma dopo quasi un’ora, nemmeno lui aveva capito niente. Mallius era sano come un pesce, anche se anziano, però soffriva lo stesso. Il dottore andò via, senza avergli dato una diagnosi e così quel malessere iniziò a minare anche la salute fisica del famoso scienziato. Mallius smise di dormire e di mangiare, e iniziò a non alzarsi più dal letto. L’imperatore, turbato di perdere una così illustre celebrità, chiamò altri dottori che tentarono di curarlo, ma nessuna medicina poté salvarlo e “Mallius il Grande” spirò poche settimane dopo. Lo scienziato si ritrovò davanti alla Giustizia Divina che esaminò ogni secondo della sua vita. Poi gli chiese di cosa andasse particolarmente fiero. Mallius iniziò ad elencare i premi vinti, i libri pubblicati, le onorificenze ottenute, la ricchezza guadagnata… “E poi?” gli chiese il Cielo. Solo di questo sei fiero? Mallius rispose.” Sulla terra io ero “La Scienza….” Sulla terra io ero la sede del “Sapere”! Di cos’altro dovevo essere fiero?” Il Cielo obiettò:” Di tua moglie!” Mallius esclamò, quasi indignato:” Mai avuta una moglie!” Allora la Giustizia Divina continuò:” Allora sarai stato fiero dei tuoi bambini! Oppure dei tuoi genitori? O dei tuoi fratelli? O dei tuoi amici? O di qualsiasi persona tu abbia amato!” Lo scienziato, trasecolando, esclamò:” Bambini? Fratelli? Qui c’è un malinteso! Io ero fiero dei miei successi scientifici? Cosa c’entrano le persone?” Il Cielo gli chiese:” Quindi le persone erano meno importanti del Sapere?” Mallius esclamò, sorridendo:! Naturalmente….anche se, visto che ci sono, e visto che mi trovo anche nel regno della Conoscenza, volevo notizie del malessere che poi mi ha portato alla morte. Cos’era quello strano languore? Cosa mi ha tormentato per tanti mesi?” Il Cielo sorrise e non rispose. Mallius dopo vari minuti di silenzio, rassegnato per non aver ottenuto risposta, chiese : ”Allora, posso entrare in Paradiso?” “No” rispose l’Universo Celeste. Lo scienziato rimase di ghiaccio. Orrore e sgomento lo trafissero. Rifece la stessa domanda, supplicando, implorando, scongiurando centinaia di volte di farlo entrare nel regno beato, ma la risposta non mutò. Allora Mallius chiese il perché. Il Cielo rispose:” Perché nella tua arida vita hai amato solo la Scienza. Il Potere…la ricchezza! Sei un deserto senz’acqua. Un vaso senza fiori. Un cielo senza stelle. E la tua somma intelligenza non ha risolto il più facile dei misteri. Il malessere che ha tormentato gli ultimi mesi della tua esistenza terrena, altro non era che la mancanza d’amore! Il tuo corpo si è accorto di tale errore ma la tua meravigliosa mente no. Così dispongo che rimarrai fuori le porte del Paradiso finché non hai imparato ad amare. Questo è il mio giudizio.” Mallius, sconvolto e annichilito, esclamò piangendo:” Ma come posso imparare ad amare se son morto? Come faccio a dimostrare la mia volontà di cambiare? Come faccio? Quali mezzi ho?” Il Cielo rispose:” Questo è un mistero che dovrai risolvere!”

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